IL PROGETTO DI AFFIDO

Le fasi del percorso di accoglienza

Perché scegliere l’affido familiare

L’affido è un’esperienza di accoglienza e di affiancamento ad una famiglia che sta vivendo un momento di fragilità. Intraprendere questo percorso significa essere pronti ad intrecciare la propria storia familiare con un’altra storia, per riscriverne insieme la trama e per costruire nuovi e diversi sviluppi.

Significa riconoscere che la fragilità è di tutti e di ciascuno e che ci sono momenti in cui si ha bisogno dell’altro per potersi scoprire o ri-scoprire forti e capaci.

Significa anche non solo essere consapevoli ma attuare in pieno il diritto per bambini e ragazzi di avere una casa e un percorso di crescita, con tutti i diritti connessi.

Chi e come si può accogliere

Si può accogliere un bambino piccolo, così come un giovane adolescente, italiano o straniero: ad essere accolta sarà tutta la sua storia, fatta di cultura, lingua, tradizione e abitudini della sua famiglia.

Si può accogliere a tempo pieno, ma anche a tempo parziale: nel primo caso il bambino vivrà stabilmente in casa, continuando a relazionarsi con la sua famiglia secondo i tempi e i modi previsti nel progetto; nel secondo invece, entrerà nella quotidianità solo in alcuni momenti della giornata o della settimana, anch’essi continuativi e stabiliti nella fase di conoscenza del bambino in affido e dei bisogni della sua famiglia d’origine.

Le fasi del percorso di accoglienza

È possibile rivolgersi al Servizio Affido e partecipare ai momenti di formazione e approfondimento che sono promossi periodicamente. Consulta la sezione eventi per rimanere informato. In queste occasioni, oltre ad approfondire alcuni aspetti anche tecnici e pratici dell’affido, si avrà la possibilità di ascoltare famiglie che hanno concluso un percorso d’affido o che sono ancora in cammino, e che potranno raccontare un pezzo della loro storia, nei suoi aspetti più significativi.

Proprio come ogni storia, ogni percorso d’affido ha le sue sfumature, la sua unicità: per questo sarà importante, dopo aver dato qualche utile elemento informativo ed esperienziale, conoscere i tratti della storia famigliare di chi accoglie: i ritmi, i desideri, le risorse, le aspettative e le paure, per poter capire insieme quali sono i confini e le potenzialità della famiglia nell’accoglienza dell’altro. Organizzeremo dei colloqui individuali di conoscenza e con gli altri membri della famiglia, ove presenti, anche nella dimensione domestica, con una visita a casa. È una fase valutativa che vuole dare valore alla scelta di accoglienza, ma anche una fase di immaginazione, che permetterà di poter pensare a quell’intreccio tra storie diverse, quella della famiglia ospitante e quella delle possibili famiglie d’origine e dei bambini, avendo ben in mente tutti gli elementi più importanti. 

In un colloquio finale si condividerà cosa è stato visto e sentito: questo permetterà di scegliere insieme i tempi e le modalità con i quali inserirsi nella lista di famiglie disponibili all’affido.

Informazioni legali e giuridiche

La normativa prevede due tipologie di affido: l’affido consensuale e l’affido giudiziale. Entrambe le tipologie richiedono la presenza di un’Autorità Giudiziaria (Giudice tutelare o Tribunale per i minorenni) che autorizzi o disponga l’avvio del progetto di affido.

L’affido consensuale si realizza a partire da una richiesta di aiuto ai servizi da parte dei genitori, consapevoli delle criticità e delle problematicità che stanno vivendo e attraversando. Il Servizio sociale quindi, in collaborazione con il Servizio Affido, individua una famiglia che possa collaborare al progetto d’affido. Tale progettualità non può superare i due anni e viene resa esecutiva dal Giudice Tutelare.

L’affido giudiziale, indipendente dal consenso o meno dei genitori, viene disposto dal Tribunale per i minorenni a tutela del bambino e si attua per il tempo necessario ai genitori per risolvere le problematicità che impediscono loro, in quel momento, di crescere i propri figli.

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